Qual è il valore intrinseco e simbolico del denaro?

valore simbolico denaro

C’è una fondamentale differenza tra valore intrinseco e valore simbolico del denaro. Ed è a sua volta evidente che sia un sistema di regole e null’altro a dare valore al denaro che usiamo. C’è un gioco che può farti comprendere meglio tutto questo: si tratta del “gioco delle coppie”.

IL GIOCO DELLE COPPIE161029_135901_collage-1

Una banconota del Monopoly. Una moneta d’oro da un’oncia. Delle fiches di un casinò. Un buono benzina. Una nota di banco. Una banconota da cinquanta euro. Quello che chiedo al pubblico è quindi di accoppiare gli oggetti più “simili” formando delle coppie.

Le risposte che ottengo sono le più svariate, ogni volta diverse e più fantasiose. La cosa divertente è che solo pochi riescono a guardare davvero quegli oggetti osservando davvero quello che sono. Un bambino direbbe, ad esempio che le fiches e la moneta d’oro sono simili, perché sono tonde. E che la banconota da cinquanta euro, quella del Monopoly e i buoni benzina sono simili, perché sono  dei rettangoli di carta colorata.

Altra cosa è quando si osservano con gli occhi degli adulti, abituati da una vita a considerare il valore “monetario” come un valore “oggettivo”. Incapaci per lo più di distinguere tra il valore “simbolico” e il valore “intrinseco” di un oggetto. Come già accennato sopra, tra questi oggetti solo la moneta d’oro ha un valore intrinseco. Questo dipende dalla possibilità di utilizzare l’oro in sé per fare qualcosa (una collana o un’otturazione dentale).

VALORE INTRINSECO E VALORE SIMBOLICO valore-intrinseco

Tutti gli altri oggetti hanno un valore intrinseco molto basso e un valore simbolico che dipende da un sistema di regole. Un buono benzina da dieci euro ti permette di ottenere un pari valore in benzina dai distributori che lo accettano. Da quelli che ovviamente aderiscono al “sistema di regole”, ma non ti permetterebbe di comprare dieci euro di pane del fornaio.

Le fiches ti permettono di giocare dentro un casinò e poi di essere riconvertite in banconote (euro o dollari, ad esempio). Possono essere spese al di fuori del casinò, ma non potresti certo presentarti al supermercato con una fiches e pagarci la spesa. E questo vale anche per gli euro. Posso spenderli solo in un contesto in cui un sistema di regole sia accettato, altrimenti non avrebbero alcun valore.

Per spiegarmi meglio vado quindi ad analizzare nel dettaglio le caratteristiche della banconota del Monopoly:

  1. È un pezzo di carta colorata senza valore intrinseco, se non quello della carta e dell’inchiostro.
  2. È valida solo in un “contesto definito”, quello del gioco del Monopoly.
  3. Non è convertibile in qualcosa di spendibile al di fuori del “gioco”. Non può cioè essere cambiata in nulla al di fuori dal gioco. E non può essere spesa o accettata in cambio di beni o servizi al di fuori del “contesto” del Monopoly.
  4. Le regole del “gioco” le ha scritte qualcun altro, e chi si è seduto a giocare le accetta.
  5. Chi non rispetta le regole viene “espulso” dal gioco. 

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Ora sostituisci la banconota del Monopoly con quella da 50 euro e a rivediamo tutte e cinque le caratteristiche individuate:

  1. È un pezzo di carta colorata senza valore intrinseco? Sì! Anche l’euro è un pezzo di carta con un puro valore simbolico, impreziosito da un ologramma e qualche filigrana di maggior qualità.
  2. È valida solo in un “contesto definito”? Sì! È quello del nostro sistema monetario e dei territori dove l’euro viene accettato. Esistono paesi in cui è necessario cambiare gli euro con la valuta locale. Quindi se non avete sotto mano un “ufficio cambi” rischiate di non poterci fare granché con degli euro.
  3. Non è convertibile al di fuori del “gioco”? Hai già potuto notare che nessuna banconota è più convertibile con una prefissata quantità di oro o altri metalli o beni reali.

Certo puoi comprarci quello che vuoi dove l’euro è accettato, in base alle quotazioni “di mercato”. Ma immagina di chiamarti Robinson Crusoe, di avere 50 euro in tasca e di trovarti su un’isola deserta. Ad un certo punto incontri Venerdì con una delle poche banane disponibili su tutta l’isola. Credi che accetterebbe 50 euro in cambio della sua banana? Forse Venerdì accetterebbe qualche oggetto con un valore intrinseco in cambio della banana. Ma di certo non un pezzo di carta colorata. Oltretutto per usarla dovrebbe viaggiare migliaia di chilometri in posti a lui sconosciuti.

  1. Le regole del “gioco” le ha scritte qualcun altro? Sì, anche nel caso dell’euro c’è una certa “distanza” tra noi e chi ha definito le regole di questa moneta.

Se ne sono occupate delle commissioni tecniche che hanno ricevuto il compito di creare un’istituzione apposita.

banca-centrale-europeaUn’istituzione nata per gestire le politiche monetarie: la Banca Centrale Europea. Ora è la BCE, con la massima indipendenza e autonomia, a dettare le regole del gioco. Lo fa senza rispondere più nemmeno al Parlamento Europeo, e tanto meno ai singoli Stati e ai loro cittadini.

  1. Chi non le rispetta viene “espulso” dal gioco? Il rispetto di regole inerenti l’equilibrio di bilancio e il rapporto deficit/PIL , è alla base della possibilità per i vari Stati aderenti di poter far parte del gioco. Tutto ciò è vero senza alcun dubbio anche nel caso dell’euro.

La Grecia, incapace di rispettare i parametri dettati della BCE e del Fondo Monetario Internazionale, si è dovuta sacrificare ai dettami della trojka per non essere “espulsa”. E così il Portogallo e l’Italia. 

In conclusione, è quindi chiaro che le dinamiche che regolano il denaro sono quelle di un “gioco” basato sul rispetto delle regole. Sulla fiducia di chi le ha accettate, dato che il denaro in se’ è solo un simbolo e non ha alcun valore oggettivo. Il funzionamento del mondo di oggi si basa sul denaro, che a sua volta si basa sulla fiducia, la nostra fiducia.

Articolo estratto dal libro “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè” di Enrico Caldari.

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