Farmaci per curare o ammalare? “Il caso Doxorubicina”

il caso DOXORUBICINA

Continuiamo quindi ad analizzare l’ambito legato alla salute e ai farmaci. Facciamo ora un altro esempio eclatante. Voglio riportarti un estratto dal bugiardino di una sostanza che viene descritta come molto “pericolosa” da maneggiare.

So che quello che stai leggendo è abbastanza sconvolgente, ma  una volta che scoprirai il “dietro le quinte” del nostro Sistema, non sarà più possibile continuare a fare la “scimmia rossa”.

Come ti ho anticipato riporterò qui il bugiardino di un farmaco molto pericoloso da assumere. 

“Può causare il cancro. Può causare danni genetici ereditari. Possibile rischio di effetti irreversibili. Nocivo per inalazione, per ingestione e al contatto con la pelle. Possibile rischio di danni ai bambini ancora non nati. Tutti gli articoli usati per la somministrazione (guanti, maschere, etc.) dovranno essere posti in appositi sacchi per rifiuti speciali ad alto rischio, e inceneriti a 1000 gradi.”

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Ora ti chiedo. Di quale prodotto sono queste avvertenze? Sono le avvertenze di un farmaco che si chiama Doxorubicina. Che cos’è? Andiamo su Wikipedia e vediamo di cosa si tratta.

“La doxorubicina (conosciuta anche con il nome di adriamicina) è un antibiotico antineoplastico della famiglia delle antracicline (…)”
Ok, fermiamoci un attimo, perché magari non tutti sappiamo cosa sono le antracicline. E allora documentiamoci, sempre prendendo come fonte Wikipedia.

“Le antracilcine sono considerate tra i più efficaci farmaci antitumorali mai sviluppati. La doxorubicina e la daunorubicina (DNR) sono antibiotici ad azione antitumorale. Isolati per la prima volta nel 1960 nei laboratori di Farmitalia. Sono stati le prime molecole di questa classe di farmaci ad essere state scoperte.” E tuttora sono in uso.

Ma vediamo cosa dice ancora Wikipedia, a proposito degli effetti di tali farmaci.

“Tossicità: nel topo, la DL50 è di 21,1mg/kg per endovena.”
Cosa significa? Significa che, secondo i test e gli esperimenti in laboratorio effettuati sui topi, a una dose pari a 21,1mg per chilo di peso, la metà dei topi moriva. DL sta per “dose letale”.

Ti pare attendibile condurre uno studio sui topi per un farmaco che poi sarà somministrato a delle persone? Siamo proprio sicuri che l’uomo abbia la stessa resistenza ad agenti tossici dei roditori? Alcuni dei quali siamo abituati a vedere vivere senza problemi addirittura nelle fogne delle nostre città. Comunque una sostanza che risulta letale al 50% dei topi ai quali ne vengano somministrati anche solo pochi grammi è oggi impiegata nella terapia antitumorale.

Infatti Wikipedia prosegue. “La doxorubicina è impiegata spesso in associazione con altri agenti antitumorali nel trattamento di leucemia linfoblastica acuta, leucemia monoblastica acuta, linfoma di Hodgkin e non, sarcomi ossei e dei tessuti molli, neuroblastoma, tumori alla vescica, alla mammella, al polmone, all’ovaia…”.

Si usa per curare i tumori! E quali sono gli effetti collaterali nell’essere umano?

“Le antracicline sono risultate agenti cancerogeni (…)”
Davvero?
“ (…) agenti cancerogeni mutageni, teratogeni e genotossici nei ratti e nell’uomo, pur essendo utilizzate nella chemioterapia.”

In sostanza farmaci per curare una malattia, in realtà su soggetti sani la procurano. Ma nessuno potrà dire che un paziente è morto a causa della terapia contro il cancro, se il cancro lo aveva già prima. «La terapia ha lavorato», diranno i medici in assoluta buona fede «ma purtroppo la malattia è stata più forte».

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Articolo estratto dal libro “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè” di Enrico Caldari.

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