COVID-19: siete sicuri che non nasconda una vera opportunità?

La quarantena dovuta al Coronavirus ha permesso agli animali di riprendersi spazi fino a ieri invasi dall’uomo.

Solo per citarne alcuni, hanno spopolato sul web i video di cavallucci marini e meduse nei canali di Venezia, tornati limpidi grazie alla drastica limitazione del traffico; delfini e squali in prossimità dei porti, da Napoli ad Ancona fino all’Argentario; animali in tutto il mondo, di cui magari nemmeno conosciamo il nome, indisturbati per le strade vuote.
I cieli più limpidi, profumi nuovi e, in piena città, il canto degli uccelli finalmente non è più oscurato dal rumore dei motori.

Vuoi vedere che, tutto sommato, il Covid-19 è stata una salvezza per il pianeta, avendo costretto l’uomo a limitare tutte quelle attività nocive che negli anni hanno impedito a queste forme di vita di vivere in un habitat, che è anche il loro, senza paura?

INQUINAMENTO

Nel 2000 Ettore Majorana scrisse una lettera al Prof. Erasmo Recami, fisico e accademico italiano, in cui espresse tutta la sua preoccupazione per il futuro del pianeta: le sue previsioni sugli effetti del riscaldamento globale anomalo ed eccessivo, di cui già aveva inviato la documentazione nel 1976 a Rolando Pelizza, erano terrificanti.
In quella lettera c’era una relazione dettagliata sulla situazione e le sue conseguenze: “I primi sintomi si sarebbero palesati agli inizi degli anni 2000, mostrando un progressivo peggioramento fino al 2010, anno da cui è lecito aspettarsi delle vere e proprie catastrofi ambientali” previste tra il 2022 e il 2024. Secondo Majorana quello sarebbe stato il punto di non ritorno, oltre il quale la sopravvivenza della razza umana sulla Terra sarebbe stata in serio pericolo. Gli esperti “moderni” hanno raggiunto le stesse conclusioni, anche se ottimisticamente hanno posticipato l’evento alla decade 2030- 2040.

Si tratterebbe comunque di un fenomeno irreversibile, contro il quale le tecnologie attuali non possono fare nulla. FORSE…

SCUSI, LEI CHI È?

La richiesta di non uscire di casa, se non per comprovati motivi, ha portato molte persone a dover ridisegnare il loro rapporto lavorativo diffondendo l’uso dell’home working, ossia il lavoro in remoto dalla propria abitazione.

Come scritto in alcuni post ironici sui social, qualcuno ha “scoperto di avere una famiglia” perché il fatto di dover necessariamente stare tra le quattro mura ha dato la possibilità di passare molto più tempo insieme, condividendo con più regolarità i pasti (il principale momento di convivialità per gli italiani) e gli spazi.

Molti hanno quindi riscoperto il piacere di una nuova routine dandosi a nuove attività domestiche (il lievito e la farina quasi introvabili sono la testimonianza della nascita di novelli panificatori casalinghi) ridisegnando la priorità degli impegni. Per altri questa nuova abitudine è stato una spinta forte e necessaria per uscire dalla propria zona di confort all’interno della quale ci si nascondeva per sfuggire ai problemi, impiegando le giornate con orari di lavoro prolungati, per passare meno tempo in casa. In altri casi ancora, l’obbligo di restare in casa ha generato conflitti e sensazioni di reclusione e claustrofobia talmente soffocanti da generare un desiderio impellente di rubare il cane al vicino, pur di non stare vicino alla persona definita “familiare”.
Quanto sarebbe stato bello se, chi l’ha vissuta così,  avesse avuto l’accesso alla possibilità di trasmutare quei conflitti, privandoli di una tossicità che può danneggiare corpo e relazioni? Provate a immaginare come sarebbero cambiati i vostri rapporti familiari e i vostri giorni, vissuti in pace, con serenità.
Un metodo per avere tutto questo c’è e si chiama Metodo RQI®.

*conoscerai tecniche avanzate per affrontare il cambiamento che stiamo vivendo

LIBERI LIBERI SIAMO NOI, PERÒ LIBERI DA CHE COSA?

L’allentamento delle misure di sicurezza ci sta facendo riscoprire l’emozione di essere liberi: non dover più avere l’autocertificazione per andare al supermercato, con la paura di essere multati per aver deciso di andare in quello che si trova 1 km più in lontano rispetto a quello che è più vicino alla propria residenza, dà quasi una sensazione di euforia.
Poter vedere gli amici, pur con il naso e bocca coperti da un bavaglio che nelle istruzioni per l’uso riporta “non è un dispositivo di protezione”, ci fa illudere di essere più vicini nonostante il metro di distanza.

Già adesso è possibile vedere persone in auto da sole con guanti e mascherina, che impaurite se la prendono con chi cammina per strada (senza nessuno sul marciapiede per almeno 50 m prima e dopo): immaginate di camminare avendo in tasca il cellulare che vibra ogni volta che incrociate una persona, la quale può essere stata segnalata per qualsiasi cosa; oppure voi stessi potreste essere esclusi e evitati da tutti, perché chiunque sarebbe informato di una qualche precedente malattia, anche se risolta. Come vi sentireste?
Mi viene da pensare che l’episodio “Caduta libera” della serie “Black mirror” non sia poi così lontano dal manifestarsi realmente…

E QUINDI?

Immaginate di poter vivere in un posto con autoproduzione di frutta e verdura, che crescono abbondanti e senza pesticidi grazie a un Q Box, ideato per allontanare insetti dannosi e per favorire lo sviluppo rigoglioso.
Immaginate di potervi sentire parte integrante della salvaguardia per il pianeta attraverso l’utilizzo di Q magneti in grado di recuperare le dispersioni energetiche, facendo del bene all’ambiente (perché si inquina di meno) e al portafoglio (perché si risparmia sui consumi di acqua, luce, gas e carburante).
Immaginate di avere un qualsiasi dolore, infiammazione o malessere emotivo e di poterlo riequilibrare utilizzando acqua e cibo, selezionati secondo i vostri bisogni inconsci, in armonia con le basi della Medicina Tradizionale Cinese e potenziati con l’utilizzo di Q card e Q food.

Immaginate di poter vivere insieme a persone consapevoli di quanto il pensiero sia in grado di creare la realtà circostante e che lo utilizzano per cambiare se stessi, in modo da vivere in un mondo in cui i conflitti si risolvono ripulendo traumi inconsci, grazie all’insegnamento impartito con RQI Spirito e RQI Master. Essendo “Maestri di se stessi”, chi applica il Metodo RQI® si assume la responsabilità degli eventi e non accusa più nessuno con la terribile frase: “È tutta colpa tua”.

Immaginate che ciò che avete sognato ora abbia un nome… ah no, non dovete più immaginarlo perché questa è la realtà e ha già un nome: Progetto Penisola Italica.

SCOPRI PROGETTO PENISOLA ITALICA E INIZIAMO A MIGLIORARE IL MONDO PARTENDO DA NOI

Un insieme di luoghi magici, dislocati nelle varie regioni della nostra bellissima Italia, dove puoi vivere esperienze di consapevolezza che ti cambieranno la vita per sempre.